venerdì 28 gennaio 2011

Frankenstein; or The Modern Prometheus (1818)

 

Frankenstein; or The Modern Prometheus (1818) è un classico dell’orrore di tutti I tempi. Composto in seguito a una gara tra Mary Shelley, il marito Pierce Shelley, Lord Byron e il dottor John William Polidori per stabilire chi fosse il più bravo nel creare racconti dell’orrore, il Frankenstein della signora Shelley fu l’unica delle opere in competizione ad essere compiutamente completata. Il romanzo, a tratti pervaso ma non guastato da un certo moralismo didascalico, narra di un essere umano artificiale messo insieme con pezzi di cadaveri da Victor Frankenstein, un giovane studente svizzero di medicina. Ideato dal suo creatore “in preda alla folle superbia dell’intelletto”, il mostro è dotato d’intelligenza ma ha un aspetto spaventosamente disgustoso. Viene respinto dal consorzio umano, ed esacerbato comincia infine ad uccidere tutti coloro che il giovane Frankenstein ama di più, amici e familiari. Chiede a Frankenstein di creargli una moglie; e quando infine lo studente si rifiuta per paura che il mondo possa popolarsi di simili mostri, se ne va minacciando sinistramente “di essere con lui nella sua prima notte di nozze”. Quella notte la sposa viene strangolata, e da allora Frankenstein dà la caccia al mostro fino nelle remote distese dell’Artico. Alla fine, mentre cerca rifugio sulla nave dell’uomo che racconta la storia, lo stesso dottor Frankenstein viene ucciso dallo sconvolgente oggetto della sua ricerca e creazione del suo orgoglio superbo. Alcune scene di Frankenstein  sono indimenticabili, come quando il mostro appena animato entra nella stanza del suo creatore, scosta le tende attorno al letto, e lo scruta nel giallo chiaro di luna con occhi acquosi, “se quelli si possono chiamare occhi”.
H. P. Lovecraft

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